In una gara simile a quella che aveva aperto la finale di Conference contro i Lakers in gara 1, i Denver Nuggets partono forte, fortissimo anche contro i Miami Heat nelle Finals. La squadra di casa, proprio come fatto contro i gialloviola impone da subito il suo ritmo e va avanti, nettamente già dal primo quarto, consolidando la supremazia alla fine del secondo per poi lasciare campo negli ultimi dodici minuti, utili solo, per gli avversari a rendere il punteggio meno netto. Si era ipotizzato che la settimana di riposo in più di Denver, nei confronti di Miami (arrivata a gara 7 nella serie contro Boston) avrebbe potuto fare la differenza, ancor più considerando che si giocava a Denver, ovvero alla nota, chiacchierata, rilevante altitudine della Ball Arena: oltre 1600 metri.
La partita, dunque, è andata come si pensava con le prestazioni super di Jokic (altra doppia doppia per lui) e Murray in particolare. Miami, stanca, imprecisa al tiro e lenta (o troppo lenta) per questi Nuggets ha capitolato da subito. Adebayo, l’unico vero promosso non ha potuto cambiare le sorti di questa gara 1. In vista del secondo round, dunque, gli interrogativi riguardano soprattutto gli Heat perché su questi Nuggets e sui suoi talenti non c’è, a ora, praticamente nulla da eccepire. Miami, invece, le sue star, le dovrà obbligatoriamente recuperare in fretta, se vorrà opporre resistenza. Jimmy Butler e Caleb Martin, eccellenti protagonisti di gara 7 contro i Celtics saranno da subito chiamati a rispondere per provare a tamponare o, comunque, a ridurre il divario con questi fortissimi e lanciatissimi Denver Nuggets prima che la serie si trasferisca in Florida.
Miami è sembrata, come da previsione, troppo stanca rispetto a Denver per riuscire a opporre resistenza. I Nuggets invece hanno trovato tutto quello che cercavano, dai singoli e non solo e hanno le carte in regola per replicare gara 1, o comunque per partire bene e chiudere il primo tempo avanti, almeno di cinque punti.
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