Messico – Polonia è una partita “sulla carta” molto equilibrata e, se i pronostici del girone verranno confermati, sarà già potenzialmente decisiva per entrambe le squadre, in caso di vittoria o di sconfitta. Le due nazionali infatti, inserite nel girone con Argentina e Arabia Saudita si dovrebbero giocare la seconda piazza utile per gli ottavi di finale, motivo per cui il match di esordio sarà particolarmente importante, più che in altri casi. Tutte e due le squadre vi arrivano con un ruolino di risultati non particolarmente brillante. Il Messico infatti nelle ultime amichevoli, da settembre in avanti, ha spesso perso contro nazionali non di prima fascia, che non prenderanno parte al Mondiale (Svezia, Colombia e Paraguay). Molti dunque sono i dubbi sulle potenzialità della squadra di Tata Martino che per la verità non sembra disporre di una rosa particolarmente raffinata e che ha nei due attaccanti, Lozano del Napoli e Jimenez del Wolverhampton, le due vere e forse uniche punte di diamante.
Di giocatori tecnici e di valore riconosciuto ne ha di più la Polonia, che però è reduce da un biennio abbastanza povero di buoni risultati. Dopo un campionato europeo deludente, finito già ai gironi, e una qualificazione ai Mondiali raggiunta nello spareggio con la Svezia, è arrivata una Nations League di alti e bassi. La somma che ne esce è dunque un po' sotto a quello che ci aspettava e al valore assoluto di tanti giocatori presenti, nonostante l’obiettivo primario sia stato raggiunto. Oltre al sempiterno, campionissimo, Robert Lewandowski, tanti sono appunto i calciatori di ottimo livello, basti pensare a Milik, Zielinski e Szczesny giusto per citare coloro che militano nella nostra serie A. Per il ct Michniewicz che ha sostituito a inizio anno il dimissionario Paulo Sousa, arriva dunque il momento della verità e della possibilità di far vedere il lavoro fatto con un gruppo di valore. Contro però, ci sarà un allenatore più esperto, che ha diretto squadre di spessore (il Barcellona e la nazionale argentina tra tutte) e che da quasi quattro anni alla guida della Tricolor, aspetta questa manifestazione per provare a dare lustro alla sua lunga carriera, riportando il Messico ai quarti di finale, che mancano dai Mondiali di casa, quelli del 1986.
La statistica sui primi tempi quasi sempre in parità per entrambe le nazionali, la posta in gioco elevata e un possibile equilibrio complessivo di forze in campo: tutto ciò fa propendere per altri quarantacinque minuti terminati col segno X.
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